martedì 27 gennaio 2015

Per non dimenticare!



                                        


"Ho esitato un po' prima di scrivere che "avrei dato volentieri la vita per un amico"
ma anche ora, a trent'anni di distanza, sono convinto che non si trattasse di un'esagerazione e che non solo sarei stato pronto a morire per un amico, 
ma l'avrei fatto quasi con gioia."
-Fred Uhlman - L'amico ritrovato-

Di libri durante la mia carriera scolastica ne ho letti veramente pochi, d'altronde si sa che essere obbligati a farlo porta a questo risultato. Oggi leggere è un piacere, una soluzione perfetta per rifugiarsi in un pò di relax, uno strumento per far volare in alto l'immaginazione, una risposta pronta alla mia curiosità e uno spunto per dare concretezza al mio mondo. Tuttavia un testo mi ha sempre fatto compagnia fin dalle medie, conquistando il mio interesse ed il mio cuore, "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman.
 

Alle medie ricordo bene di come questa storia mi avesse colpita nel profondo, a tal punto da decidere di portare all'esame una tesina proprio legata alle persecuzioni naziste nei confronti degli ebrei. Ricordo che papà era andato in visita in Polonia proprio quell'anno, vivendo in prima persona e calpestando con i propri piedi quegli stessi luoghi di orrore dove avevano perso la vita migliaia di persone solo per la disgrazia di essere nate ebree. Ricordo come fosse ieri, ben nitide, le semplici foto fatte a testimonianza delle giovani vite spezzate per l'unico bisogno di affermare la supremazia del più forte sul "più debole".
 
Immagini cupe, silenziose, dalle quali si respira ancora il dolore e la sofferenza che hanno conosciuto quei luoghi: un "binario della morte", un "muro con tanti piccoli buchi", una "stanzetta soffocante" dove a fatica si riesca a stare in piedi, il "reparto cottura" con quei terribili forni, e poi ancora valigie, occhiali, protesi.....tutte mmagini che non hanno bisogno di commenti, che ancora oggi mi fanno rabbrividire, commuovere, a volte quasi facendomi sentire faccia a faccia con la morte.
 
È umano cercare speranza in questo dolore ed è forse per questo che ai tempi avevo apprezzato e continuo ancora oggi ad amare la magnifica storia di amicizia tra Konradin e Hans, due ragazzi sedicenni, divisi dalla "razza", ma legati da un sentimento profondo e ricco di valore al punto tale di arrivare a pensare dell'esser disposti a donare la vita per l'altro.
 
Il giorno della memoria deve essere un giorno da non dimenticare, pieno di preghiere e di luce; deve essere un giorno da donare all'umanitá e alle generazioni che verranno affinché MAI e poi MAI si ripeta in futuro ciò che è stato in passato; deve essere un giorno contro il quale combattere affinché nessun uomo venga privato della propria libertà di vivere. Il giorno della memoria deve essere un giorno dove ricordare di come all'uomo non serva il lavoro per essere libero, ma gli basti venire al mondo, qualunque sia la sua razza, la sua ideologia o la sua fede.

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